Arrivati a Kuantan in Malesia sembra di essere giunti in una città costruita su Marte. Il colore rossastro è dato dalla polvere che si sprigiona dall’estrazione della bauxite. Per questo il governo malese ha bloccato per tre mesi le attività di estrazione, divenute intensive a partire dal 2014. La bauxite è una roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione dell’alluminio.
Il quantitativo di bauxite estratto in Malesia è passato dalle 162mila tonnellate del 2013 ai quasi 20 milioni del 2015, aumentando la concentrazione di polvere rossa nell’atmosfera. Con il massiccio impiego di automezzi per il trasporto del minerale e l’arrivo delle correnti monsoniche, la “coperta rossastra” ha avuto modo di diffondersi anche nel paesaggio circostante, contaminando anche fiumi e mare. Una situazione allarmante che ha spinto il governo di Kuala Lumpur a correre ai ripari. “Predisporremo un sistema di drenaggio delle acque di scarico nel porto – ha fatto sapere ministro dell’Ambiente – per evitare la contaminazione di bauxite e di altri metalli pesanti“. “Se la situazione non dovesse migliorare“, le autorità non escludono di estendere il blocco delle estrazioni anche oltre i tre mesi.
La bauxite, vista come minerale di alluminio, è normalmente ricca di impurità quali silice ed ossidi di ferro e titanio. Il processo industriale di produzione dell’alluminio (Processo Bayer) prevede come primo passo la separazione delle impurità dai sali di alluminio, mediante reazione con soluzioni concentrate di idrossido di sodio; gli idrossidi di alluminio diventano alluminato sodico solubile in acqua, mentre le impurità non passano in soluzione e possono essere separate. L’alluminio dell’alluminato sodico viene poi fatto precipitare, per diluizione della soluzione, in idrossido di alluminio, che viene poi avviato alle successive fasi di purificazione