Dopo una vita segnata dalla perdita e dalla lontananza, Daniel Heiman, 99 anni, ha ricevuto a Tel Aviv un pacco che la madre aveva preparato per lui poco prima di essere deportata dai nazisti. La scatola, rimasta nascosta per oltre otto decenni, conteneva passaporti, fotografie e documenti di famiglia: tracce di un passato spezzato dalla persecuzione.
All’epoca, la famiglia viveva tra Norimberga e Weiden, dove gestiva una vetreria. Costretti a fuggire, i genitori riuscirono a mettere in salvo i due figli, mandando Daniel in Palestina e la sorella Käthe in Inghilterra. Elise e Max, i genitori, furono deportati e non fecero mai più ritorno. Prima della separazione definitiva, Elise affidò il pacchetto a una conoscente, con la speranza che un giorno potesse giungere ai figli.
Solo di recente il pacco è stato ritrovato in un armadio della Società per la Cooperazione Cristiano-Ebraica, grazie anche al lavoro della giornalista Christine Ascherl. Dopo aver rintracciato Daniel in Israele, il dono è finalmente arrivato a destinazione. A Weiden, nel frattempo, è stata posata una pietra d’inciampo in memoria di Elise. Daniel, impossibilitato a viaggiare, ha seguito la cerimonia a distanza, chiudendo un cerchio lungo più di 80 anni.