E’ davvero un giorno importante per il commercio delle armi, il cui giro d’affari è stimato intorno ai 80 miliardi di dollari. Erano sette anni che se ne discuteva e tra i promotori ci sono alti membri del Consiglio come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Era prevedibile che Siria, Iran e Nord Corea votassero contro e tra gli astenuti, oltre la Russia, compare anche Cuba, il Venezuela e la Bolivia.
Questo nuovo trattato, che verrà sottoscritto a giugno, prevede nuove regole: non impone controlli sull’uso interno delle armi nei singoli paesi ma chiede ai singoli governi di introdurre leggi nazionali per regolare l’uso e l’esportazioni delle armi ‘classiche’; verranno imposti ai costruttori materiali bellici in regola; si proibisce la vendita delle armi a paesi che potrebbero usarle contro civili o costruzioni; ogni singolo paese dovrà valutare se le armi saranno usate per violare i diritti umani o se potrebbero essere usate da gruppi terroristici o dalla criminalità organizzata e verranno prese misure per combattere il mercato illegale.
