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Abercrombie & Fitch la casa di moda razzista?

Abercrombie & Fitch – Di questi tempi non è facile accusare di razzismo qualcheduno, visto le denunce che fioccano come la neve perenne del polo Nord. Ma tuttavia, in base a queste dichiarazioni, voi cosa pensereste? Dall’alto di Abercrombie & Fitch possiamo leggere quanto segue: ‘Noi vogliamo solo clienti magri e belli‘. E l’azienda di moda non si esime nel dare spiegazioni più dettagliate già fornite dall’amministratore dell’azienda, Mike Jeffries, nel 2006: ‘questo è il motivo per cui noi vogliamo persone di bell’aspetto nei nostri negozi. Le persone affascinanti attraggono altre persone di bell’aspetto, e noi vogliamo trattare con queste persone‘. Insomma non si limita a scegliere i dipendenti, ma oppone il divieto a quei clienti che non rispecchiano il suo ideale di bellezza.

Abercrombie & Fitch non ne vuole proprio sapere di taglie che oltrepassano la 42 e per questo motivo è stata accusata di discriminazione nei confronti dei clienti over-sized. Robin Lewis, co-autore di The New Rules of Retails ha inoltre aggiunto: ‘non vuole persone over-seized nel suo negozio, lui vuole solo clienti magri e belli. Non vuole che i suoi clienti vedano persone non abbastanza affascinanti nell’indossare i suoi vestiti‘.

Ma la casa di moda statunitense non molla l’osso, nonostante nel 2004 sia stata già citata in giudizio per aver assunto tra i suoi dipendenti solo persone bianche. Ma questo è nulla rispetto alla causa portata avanti dalla studentessa inglese Riam Dean: nata senza l’avambraccio sinistro, ha vinto la sua sfida contro A&F guadagnando ben 12,ooo dollari. In base a quanto si vocifera sembra che l’azienda costringa i suoi dipendenti a fare attività fisica per essere sempre in forma. Sarà vero tutto questo? Se fosse così anche solo per metà, ci troveremo ai limiti della follia che imbocca una strada alla ricerca di una perfezione che non esiste.