Home Cronaca Isis: pilota giordano Muad Kasasbeah arso vivo il 3 gennaio (VIDEO)

Isis: pilota giordano Muad Kasasbeah arso vivo il 3 gennaio (VIDEO)

In Italia uno dei primi a diffondere il video è stato il sito web serviziopubblico.it. Questa decisione ha attirato su di se numerose polemiche, ma a catena altri quotidiani hanno riportato la stessa notizia, le stesse immagini brutali accompagnate da un video. Perché come riporta il sito web del programma condotto da Michele Santoro: “La coscienza passa sempre attraverso la conoscenza e non la negazione, censura o aggiramento della realtà” prendendo in prestito le parole di Domenico Quirico, giornalista della Stampa rapito in Siria nel 2013 e rilasciato dopo 5 mesi di prigionia.

Nel video vi sono una sequenza di immagini votate ad un’azione crudele. Si tratta del pilota giordano Muad Kasasbeah, catturato dall’Isis alla vigilia di Natale e arso vivo in una gabbia. L’uomo pare sia stato ucciso il 3 gennaio scorso, ma solo oggi è stato diffuso il video, notizia confermata da Amman. Il suo corpo sarebbe stato sepolto da un bulldozer sotto le macerie: la stessa fine – secondo la propaganda jihadista – delle vittime dei bombardamenti aerei della Coalizione internazionale, i cui resti compaiono nello stesso filmato.

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“La diffusione di questi video serve solo ad aiutare a diffondere il terrore, come volere dei componenti dell’Isis”: è questa l’opinione della rete. Tuttavia ciò fa comprendere quanto sia pericoloso trasferirsi in questi territori anche solo per portare conforto a chi ne ha veramente bisogno. Nonostante tutto il filmato ha suscitato tanto clamore non solo per la crudeltà senza eguali, ma anche al montaggio e alla scenografia con il quale è stato realizzato. In una foto appare il pilota giordano, vestito con la consueta tuta arancione, chiuso in gabbia con una lingua di fuoco che procede verso di lui. Subito dopo appare avvolto dalle fiamme; in un’altra immagine si vedono i resti del corpo carbonizzato. Secondo al Jazeera, il video sarebbe stato diffuso dalla casa di produzione dell’Is Furqan e intitolato in inglese ‘Healing of the Believers’ Chests’.