La Dia di Napoli ha confiscato beni del valore complessivo di 90 milioni di euro a personaggi vicini o affiliati al clan di camorra dei Casalesi.
Stamattina all’alba è partito il maxi sequestro che ha riguardato beni appartenenti alla camorra, di diverso tipo, rintracciati nel Lazio e in Campania. La Dia di Napoli ha agito seguendo le disposizioni del tribunale di Frosinone e ha quindi scoperto un’attività illecita che ha coinvolto 20 società con relativi beni strumentali, immobili e mobili registrati, 2 ditte individuali, 26 fabbricati, 28 terreni, 19 veicoli tra cui 3 Ferrari e 114 rapporti finanziari. I beni confiscati si trovano per la precisione nella provincia di Frosinone (Castrocielo, Cassino, Campoli Appennino, Sora, Arce e Arpino), a Rocca di Mezzo (L’Aquila), Gaeta (Latina) e a Roma.
Si tratta di un vero e proprio tesoro del valore complessivo di 90 milioni di euro, appartenente a uomini vicini al clan dei casalesi. Questi affari illeciti erano gestiti da Gennaro De Angelis, originario di Caserta, ma emigrato nel basso Lazio negli anni settanta e parente del famoso boss Schiavone, più noto con il nome di “Sandokan”. De Angelis vantava la collaborazione di diversi soci con cui si occupava soprattutto della gestione di diverse concessionarie d’auto che a quanto pare gli fruttavano parecchio denaro.
Secondo le indagini sembra che in seguito all’indebolimento del clan dei Casalesi, il gruppo camorristico attivo nel Lazio sia diventato indipendente seppur legato in termini di riciclaggio alla malavita campana. A carico di De Angelis e dei suoi soci risultano esserci tra l’altro pesanti accuse di estorsione, truffa, d’importazione illegale di auto e di investimento di denaro sporco all’estero e anche in Italia.