Ennesimo attentato ieri sera a Damasco. Un’autobomba si è fatta esplodere nel quartiere al-Balad Barzeh in una stazione di benzina spesso priva di carburante, dove la gente si ferma e dorme durante la notte in attesa del rifornimento di combustibile. Almeno 30 sarebbero i civili rimasti coinvolti nell’attentato.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, alla notizia dell’attentato, ha fornito un primo bilancio delle vittime parlando di almeno 11 morti e 40 feriti aggiungendo che il numero delle persone colpite sarebbe potuto salire con molta facilità viste le gravissime condizioni in cui si trovavano molti. Alcuni testimoni hanno riferito, infatti, di aver visto corpi bruciati e feriti con gravi ustioni.
L’accaduto è stato definito “terroristico” dal governo siriano che intende in questo modo attribuire ai ribelli che combattono contro il regime di Bashar Assad la responsabilità della strage. “Una trappola esplosiva” così l’opposizione ha definito l’autobomba fatta saltare in aria. Intanto però l’attentato non è stato ancora rivendicato.
In base ad un rapporto stimato dalle Nazioni Unite dall’inizio del conflitto in Siria ci sarebbero stati almeno 60 mila morti. “E’ un numero scioccante” ha detto l’Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay dopo aver fornito con esattezza i dati rilevati dal marzo 2011 al novembre 2012.
