Lapo Elkann inedito: “Da ragazzino ho subito abusi sessuali”

CronacaLapo Elkann inedito: "Da ragazzino ho subito abusi sessuali"

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LAPO ELKANN – E’ un Lapo Elkann mai visto prima, pieno di fragilità, quello che ha deciso di raccontarsi sulle pagine del Fatto Quotidiano. Il manager e imprenditore italiano svela un’infanzia molto difficile: “Dai 13 anni, in collegio, ho vissuto cose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Non ne ho mai parlato perché voglio che questa storia serva a qualcuno. Sto pensando a una fondazione“. Il rampollo di casa Agnelli parla di una realtà fatta di abusi fisici, non solo subiti, ma ai quali ha dovuto anche assistere. Non tutti sono riusciti a superare queste violenze : “Il mio migliore amico, che era in collegio con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa“, dichiara.

E’ stato proprio il suicidio del suo più caro amico a fargli aprire gli occhi e decidere di rompere quel silenzio durato troppo a lungo: “Ho dovuto fare un enorme lavoro su me stesso, anche vedere cose che non avevo voglia di vedere. Non nasconderle più. Non nascondermi. Ho dovuto essere sincero con me stesso e con gli altri. Anche perché – aggiunge – quando si ammazza il tuo miglior amico ti metti in discussione. Ti fai delle domande. Avrei potuto fare qualcosa? Stargli più vicino? Me lo sono chiesto anche quando è morto mio zio Edoardo“. Oggi ci ritroviamo di fronte ad un Lapo che vuole aiutare persone, soprattutto bambini, a superare le stesse violenze che lui stesso ha subito in prima persona.

All’interno dell’intervista non mancano riferimenti alla situazione politica italiana. Lapo Elkann si riferisce prima a Berlusconi: “Berlusconi non mi sta affatto sulle palle, pur non essendo un mio amico. Non partecipo al tiro al bersaglio. Qui da sempre prima si fa un applauso, poi si prepara il plotone di esecuzione. Troppo comodo“. Poi, spende qualche parola anche per Renzi: “Mi pare uno che si comporta nello stesso modo che abbia davanti un cameriere o il presidente della Repubblica. Un atteggiamento che mi piace. Troppo facile giocare a fare il duro con chi lavora per te, meno semplice farlo con chi ha più capacità, intelligenza o palle di te“.

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