Il mondo dello spettacolo italiano è in lutto. Pippo Baudo, icona della televisione, è morto sabato 16 agosto 2025 a Roma, all’età di 89 anni. La notizia è stata confermata dal suo storico legale e amico Giorgio Assumma. Il conduttore si è spento al Campus Biomedico, lasciando un vuoto profondo nella memoria collettiva di un Paese cresciuto con la sua voce e la sua eleganza.

Addio a Pippo Baudo, i primi messaggi di cordoglio
La morte di Pippo Baudo è arrivata in un pomeriggio estivo, e la notizia si è diffusa immediatamente, suscitando reazioni unanimi dal mondo politico e dello spettacolo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha ricordato come “interprete dei gusti e delle aspettative degli italiani”. Anche la premier Giorgia Meloni ha voluto rendere omaggio: “Il suo volto e la sua voce hanno accompagnato intere generazioni”.
Una carriera che ha fatto la storia della tv italiana
Gli esordi
Giuseppe Baudo, nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, si avvicinò alla musica fin da giovane, imparando pianoforte e laureandosi in giurisprudenza. Il suo talento artistico lo portò ben presto verso la RAI, dove negli anni Sessanta iniziò a condurre i primi programmi televisivi.
Il debutto ufficiale arrivò con Settevoci (1966), programma musicale che divenne un laboratorio di talenti: proprio lì Baudo fece conoscere al grande pubblico cantanti come Orietta Berti e Albano. Da quel momento, la sua presenza sul piccolo schermo divenne costante.
I grandi varietà
Baudo fu il re del sabato sera, al timone di trasmissioni indimenticabili come Canzonissima, Fantastico, Luna Park e Domenica In. La sua cifra stilistica era unica: coniugava cultura e leggerezza, sapeva parlare con il pubblico e, soprattutto, aveva un fiuto raro per i talenti emergenti. Scoprì e lanciò artisti che avrebbero segnato la musica italiana: da Andrea Bocelli a Giorgia, da Laura Pausini a Lorella Cuccarini, passando per Anna Oxa e Heather Parisi.
Il legame con Sanremo
Impossibile parlare di Pippo Baudo senza citare il Festival di Sanremo, che condusse per ben 13 volte, record assoluto. Dal 1968 al 2008, Baudo fu il volto che più di ogni altro rappresentò la kermesse canora, imprimendo alla manifestazione eleganza, ritmo e prestigio internazionale. Molte delle edizioni da lui dirette furono teatro di momenti memorabili: dalla scoperta di giovani talenti all’intervento in diretta per impedire un suicidio sul palco dell’Ariston.
Un uomo di cultura e di popolarità
Baudo non fu solo un presentatore, ma anche un autore, un interprete e un comunicatore. Nel corso della carriera seppe attraversare generazioni diverse, rimanendo sempre riconoscibile. Il suo linguaggio, colto e popolare insieme, lo rese un “maestro di cerimonie” della tv, amato tanto dal pubblico quanto dagli addetti ai lavori.
Non a caso, il suo nome divenne sinonimo di televisione stessa: “L’ha detto Pippo Baudo” era un sigillo di autorevolezza, un marchio di garanzia.
Le reazioni del mondo dello spettacolo
Le prime reazioni sono arrivate da chi con lui ha condiviso palcoscenici e carriera:
- Mara Venier ha scritto: “Sei stato il mio maestro, la tv senza di te non sarà più la stessa”.
- Alessandro Gassmann ha ricordato: “Con lui se ne va l’ultimo conduttore di quell’epoca fatta di cultura e garbo”.
- Carlo Conti, erede naturale della sua tradizione televisiva, ha dichiarato: “Mi hai insegnato che la tv è un servizio al pubblico, prima che spettacolo”.
- Serena Autieri lo ha definito “luce e guida” della sua carriera.
Anche il mondo politico e istituzionale ha espresso cordoglio: oltre a Mattarella e Meloni, molti esponenti hanno sottolineato il ruolo di Baudo come custode dell’identità culturale italiana.

La fine di un’epoca
Con la morte di Pippo Baudo si chiude un’epoca irripetibile della televisione italiana. Il suo stile garbato, la capacità di scoprire talenti e la presenza rassicurante hanno accompagnato generazioni di spettatori. Non fu solo un presentatore, ma un simbolo culturale, capace di raccontare l’Italia in tutte le sue sfumature.
La sua eredità vive nei volti che ha lanciato, nei programmi che ha reso immortali e nei ricordi che resteranno impressi nella memoria collettiva. Pippo Baudo non era semplicemente “un uomo di tv”: era la televisione stessa.