Caso Rea, svolta nell’inchiesta: giudizio immediato per Salvatore Parolisi

CronacaCaso Rea, svolta nell'inchiesta: giudizio immediato per Salvatore Parolisi

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TERAMO – La procura di Teramo, stamani, presso il tribunale, ha depositato la richiesta di giudizio immediato per Salvatore Parolisi. Il provvedimento firmato dal capo dell’ufficio Gabriele Ferretti e dai sostituti Greta Aloisi e Davide Rosati è stato consegnato al Gip Giovanni De Renzis che approverà o meno la richiesta entro 5 giorni.

Ricordiamo che l’ex-caporalmaggiore è l’unico indagato circa l’omicidio di sua moglie, Melania Rea, trovata morta il 20 aprile dell’anno scorso nei boschi di Ripe di Civitella.

Per la Procura, Parolisi va processato per omicidio volontario, un reato aggravato dalla crudeltà (era ora che associassero questa termine, ndr), dal rapporto familiare, dalla minorata difesa della vittima, oltre che per occultamento di cadavere.

Per la famiglia della povera Melania non si parla più soltanto di ipotesi. L’avvocato Mauro Gionni, che rappresenta i famigliari di Melania Rea dichiara: “Sul piano tecnico significa che la procura non ha piu’ bisogno di altro tempo per le indagini, per noi equivale a una richiesta di rinvio a giudizio.  L’indagine di Teramo ci dice che ci sono ancora più elementi, e non solo ipotesi accusatorie, nei confronti di Parolisi“. Quindi soddisfazione per i signori Rea.

Tuttavia sul piano tecnico-procedurale, il dibattimento potrebbe svolgersi anche entro un mese dalla decisione del gip sulla richiesta avanzata oggi dalla procura e in assenza di richiesta, da parte della difesa di Parolisi, di usufruire di riti alternativi quale ad esempio il giudizio abbreviato. L’istanza va presentata in 15 giorni dalla notifica della decisione di accogliemento del giudizio immediato da parte del gip.
LA DIFESA  DI PAROLISI: La richiesta della Procura dimostra debolezza e la paura di affrontare un giudice terzo. E’ quanto dichiara l’avvocato Valter Biscotti insieme all’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste il caporalmaggiore dell’esercito, sottolineando che ‘L’inchiesta è fragile e piena di forzature“.
Continua l’avvocato Biscotti:

Noi riteniamo che sia un atto legittimo da parte dela procura ma che dimostra la debolezza e la paura di affrontare un giudice terzo che possa vagliare i risultati dell’inchiesta. E’ un atto di debolezza perché l’udienza preliminare è stata pensata proprio per questo motivo, come luogo dove il pm, parte pubblica che deve agire anche nell’interesse dell’imputato, deve sottoporre la sua inchiesta ad un giudice terzo per valutare il rinvio a giudizio. Abbiamo la forte sensazione che proprio perchè l’inchiesta è debole si voglia evitare il filtro di un giudice terzo, il gup

 

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