Sempre più difficile la situazione politica in Grecia. Le elezioni della scorsa settimana hanno creato un quadro politico fortemente frastagliato, rendendo impossibile qualsivoglia tentativo di formare un governo. Dopo i tentativi andati a vuoto dei leader di Nea Democratia e Syriza, anche il leader socialista Venizelos getta la spugna. L’idea di un governo di unità nazionale è stata respinta da Syriza, il partito di sinistra radicale, giunto secondo alle elezioni, il cui leader Tsipras ha detto: “Non siamo noi che diciamo no: è il verdetto del popolo greco”.
L’ultima possibilità per formare un governo, che possa evitare nuove elezioni, è affidato al presidente della repubblica ellenica Papoulias, che dovrà convocare tutti i partiti e provare a formare un governo di emergenza di unità nazionale. Le elezioni della scorsa settimana hanno visto il crollo dei due partiti tradizionali greci, Pasok e Nea Democratia, e l’avanzata degli opposti estremismi.
Con apprensione e attenzione l’Europa, e ancor più i mercati, guardano quanto succede sullo scacchiere della penisola che è stata culla della democrazia nel nostro continente. Non è da escludere la possibilità di una fuoriuscita dello stesso paese dall’ euro.