VENEZUELA, scompare un aereo: a bordo Vittorio Missoni, figlio dello stilista Ottavio, la moglie, Maurizia Castiglioni, e una coppia di amici, Elda Scalvenzi e Guido Foresti, insieme ad altri due piloti. Una coincidenza che mette i brividi visto che esattamente cinque anni fa, sempre in Venezuela, su un piccolo aereo sono scomparse 14 persone; era un velivolo da turismo della compagnia Transaven con a bordo otto italiani. L’aero, anche stavolta, è scomparso venerdì 4 gennaio, mentre viaggiava sulla rotta dell’arcipelago di Los Roques, all’aeroporto Maiquetia, a circa 20 chilometri da Caracas.
Il velivolo, che sembra svanito nel nulla, aveva effettuato il suo primo volo nel 1968, e come riporta il sito aviation-safety.net, si tratta di un aero britannico bimotore Britten-Norman BN-2A-27 di colore bianco con la sigla YV2615. Attualmente, alla ricerca dell’aereo sono state impegnate diverse imbarcazioni con tre aerei venezuelani.
La Farnesina ha già attivato tutti i canali di informazione in Venezuela e il consolato italiano, in raccordo con l’Unità di crisi, è in stretto contatto con le autorità di Caracas. Ha precisato il ministro degli interni e giustizia venezuelano, Nestor Reverol che: «L’ultimo contatto dell’aereo si è verificato a 10 miglia nautiche da Los Roques. Il gruppo aveva trascorso Natale e l’ultimo dell’anno nell’arcipelago».
Nel frattempo parlano i figli della coppia amica dei Missoni: «L’unica cosa che sappiamo – dice Pietro Foresti, figlio di Elda Scalvenzi e Guido Foresti – è che hanno interrotto le ricerche». Guido Foresti ed Elda Scalvenzi sono di Pralboino, un paese della Bassa bresciana e uno dei parenti si è limitato a dire «Non rilasciamo interviste, lasciateci un attimo di pausa».
Fa venire la pelle d’oca se si pensa che la stessa vicenda sia accaduta lo stesso giorno, nello stesso luogo, nell’anno 2008. Di quell’aero si persero le tracce, e proprio qualche giorno fa, il settimanale Oggi, ha riportato le trascrizione del via libera al decollo da parte della torre di controllo, sottolineando che le persone a bordo erano 18 e non 14. E questo confermerebbe l’ipotesi che quei 4 passeggeri in più erano dei narcotrafficanti che avrebbero dirottato l’aero e utilizzandolo successivamente per il trasporto di cocaina. Da all’ora l’unico cadavere ritrovato è stato quello del pilota, il 37enne Osmel Alfredo Avila Otamendi, mentre degli otto italiani, tre venezuelani, e uno svizzero non si sa perfettamente nulla.
E alla luce di questa nuova scomparsa interviene direttamente Romolo Guernieri, padre della ragazza scomparsa il 4 gennaio 2008, Bruna Guernieri, insieme al marito, Paolo Durante, e le figlie, Emma e Sofia. Per quanto riguarda la coincidenza della data per lui significa ben poco se prima non si affronta una seria campagna di ricerche per individuare relitti mai trovati. Dà anche uno scarso significato alla pubblicazione del settimanale Oggi, che riporta l’audio delle conversazioni fra la torre di controllo e il comandante del velivolo, spiegando: «In quel Paese – riflette – purtroppo le bugie sono la normalità. Prima di indagare sul dirottamento – insiste perciò – bisogna escludere ogni altra ipotesi, e questo lo si può fare solo con una ricerca finalmente accurata».
Stavolta, però, Guernieri, è più fiducioso. Magari il coinvolgimento di un nome importante potrà dare risalto all’argomento e si propone per dare una mano alla famiglia Missoni: «Mi permetto di invitare la famiglia Missoni a contattarmi – conclude – perché, nel mio piccolo, grazie all’esperienza maturata in questi anni, sarei lieto di fornire qualche utile suggerimento di comportamento».
