Marcello Rizzo, il tecnico italiano di 55 anni, sequestrato una settimana fa in Nigeria, è stato liberato e sta bene.
Rapito nel sud del paese, in un’area petrolifera generalmente estranea al terrorismo islamico, era stato catturato insieme al suo autista, successivamente rilasciato. Ieri, senza molti particolari, la notizia del rilascio è stata resa nota dalla Farnesia.
Rizzo, catanese, lavorava nel paese da otto per la società Gitto Costruzioni.
Alla sua liberazione hanno lavorato e hanno svolto un ruolo determinante gli agenti dell’Aise (i servizi segreti militari italiani) e diplomatici dell’ambasciata italiana di Abuja, nonché i negoziatori di una società di sicurezza privata che hanno affiancato i militari e i servizi segreti nigeriani (Sss).
Il suo paese di origine, Randazzo, in Sicilia, sta già preparando la festa per quando Marcello farà ritorno a casa.
Non è la prima volta tuttavia che in Nigeria vengono presi di mira cittadini stranieri, anche italiani. Tragici gli ultmi episodi in cui hanno perso la vita Silvano Trevisan, ingegnere veneto rapito e ucciso da miliziani islamico-radicali -con altri sei ostaggi stranieri, e Franco Lamolinara, ingegnere piemontese, rapito con un collega inglese e poi ucciso in un fallimentare blitz nel marzo 2012 da unità speciali britanniche e nigeriane.