Tumori, un nuovo studio sconfessa la “teoria della sfortuna”

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Un nuovo studio sconfessa la “teoria della sfortuna” affermando che circa il 90 % dei tumori sarebbe legato agli stili di vita. Secondo la ricerca, pubblicata su Nature, i casi di cancro sarebbero riconducibili a fattori esterni evitabili, come sostanze tossiche, radiazioni o uno stile di vita scorretto.

Tumori, un nuovo studio sconfessa la "teoria della sfortuna"

All’inizio di quest’anno è stato pubblicato una ricerca condotta alla Johns Hopkins School of Medicine del Maryland sulla rivista Science in cui si affermava che in molti casi, ammalarsi di cancro è solo un fatto di sfortuna e non di stile di vita. Elaborato su modelli matematici, lo studio ha analizzato 31 differenti tipi di neoplasie ed è stato riscontrato che solo in 9 di essi è stato trovato un collegamento diretto con le abitudini e le condizioni del malato. Due terzi dei tumori sarebbero quindi dovuti a mutazioni legate al puro caso.
Un nuovo studio invece, proveniente sempre dagli stati Uniti suggerisce invece che la maggior parte dei casi di cancro sarebbe riconducibile a fattori esterni evitabili, come sostanze tossiche, radiazioni o uno stile di vita scorretto. Il fatto di ammalarsi o meno non sarebbe collegato alla sfortuna. A sostenere questa tesi uno studio della Stony Brook University di New York, pubblicato dalla rivista Nature. Secondo gli esperti le differenze nei processi cellulari non sono la ragione principale per cui alcuni tessuti diventano cancerosi più frequentemente di altri.

Yusuf Hannun, ricercatore alla Stony Brook University, è arrivato a tale conclusione analizzando gli effetti dei fattori esterni sul tasso di divisione cellulare. Con il suo team, ha esaminato il contributo dei fattori ambientali sul rischio di cancro e rilevato che le persone che migrano da regioni con basso rischio ad altre con rischio maggiore sviluppano velocemente tassi analoghi al nuovo ambiente. Hannun ha anche analizzato le tendenze delle mutazioni associate ad alcune forme di tumore.
La luce ultravioletta, ad esempio, ha un ruolo nell’aumento di rischio di cancro, e analizzando modelli matematici sull’indicidenza della malattia ha stabilito che l’esposizione a sostanze cancerogene o altri fattori ambientali è legata allo scatenarsi della malattia. Non basterebbe, cioè, la divisione cellulare come sostenuto dal precedente studio. Hannun ha concluso che nel 70-90% dei casi il tumore è collegato a fattori esterni evitabili, mentre solo nel 10-30% è dovuto al naturale funzionamento del corpo o alla fortuna.

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