Milano: dal 20 settembre a 13 febbraio 200 capolavori di Picasso

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MILANO – In mostra al Palazzo Reale dal 20 settembre a 13 febbraio, circa duecento capolavori dell’artista spagnolo Pablo Picasso. Le opere provengono da Parigi, dal Museo Nazionale Picasso. E’ una raccolta di tutte le opere che il pittore tenne per se e che dopo la sua morte divennero di proprietà dello Stato Francese.

Questa mostra racconta una belle fetta di vita dell’ineguagliabile Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973), dal suo esordio in Spagna ai contatti con l’ambiente artistico parigino. Dal periodo ‘blu’ al periodo ‘rosa‘ passando per la sperimentazione cubista e il ‘ritorno all’ordine‘ con la parentesi neoclassica alla metamorfosi stilistica degli anni Trenta, comprese le opere di denuncia contro il sistema dittatoriale franchista e la guerra fino all’ultima stagione creativa. Non solo dipinti quindi, ma anche ceramiche, disegni e comprese la ‘Parade‘, il balletto cubista messo in scena da Djaghilev nel 1917.

La mostra è curata da una delle massime studiose dell’artista spagnolo, Anne Baldassarri, curatrice dello stesso Museo Nazionale Picasso di Parigi. Un excursus sensazionale di opere che consentono di confrontarsi con le maggiori fasi artistiche della Modernità. Molti dei capolavori che popolano la mostra non sono mai uscite dal museo parigino: “La Celestina” (1904), “Uomo con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia” (1922), ”Paul come Arlecchino” (1924), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante” (1937).

Picasso è sempre attuale con le sue mille sfaccettature; il suo genio e il suo linguaggio artistico è ancora in evoluzione e questa mostra renderà ancora più bella Milano. Ancora oggi il Pablo mondiale rappresenta l’artista di impegno civile che tramite la sua arte riuscì a denunciare gli orrori della guerra. Questa sensibilità viene esternata nella splendida ‘Guernica‘ già esposta nel Palazzo Reale nel 1953 e fu ubicata nella ‘Sala delle Cariatidi’, ancora con i segni dei bombardamenti derivanti dal secondo conflitto mondiale. Picasso, per la sua opera, rifiutò ogni forma di restauro, come denuncia permanente della guerra. Così le volontà dell’artista viene attualmente rispettata.

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