IL FATTO: ‘Delitto perfertto’ e ‘Funeral Party’ per estromettere M5S

PoliticaIL FATTO: 'Delitto perfertto' e 'Funeral Party' per estromettere M5S

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IL FATTO – Un vero ‘Colpo di Stato‘ per Beppe Grillo che raduna la piazza. Migliaia davanti a Montecitorio. Annuncia il suo arrivo nella Capitale, poi rimanda per timore di disordini. Infine Rodotà ringrazia per il sostegno e sottolinea: «Sono contrario alle marce su Roma, le decisioni del Parlamento sono sempre democratiche». Democratiche con il tornaconto aggiungeremo. E oggi ‘Il Fatto Quotidiano‘ (edizione cartacea) non risparmia davvero nessuno. Il titolone in prima pagina parla di un ‘Delitto Perfetto‘:

Un Parlamento senza dignità s’inginocchia davanti a un signore di 88 anni che aveva giurato di non ricandidarsi (proprio come B. chi frequenta lo zoppo impara a zoppicare, ndr). Napolitano passa con 738 voti e ora potrà imporre al Pd in pezzi l’inciuco con Monti, Casini e B., che rientra in gioco e grida vittoria. Ipotesi governo con ministri ‘saggi’ ed Enrico Letta premier. Rodotà ottiene 217 voti da M5S e Sel. A sinistra sale la fronda di Barca, Landini, Emilian0, Cofferati e molti giovani appena eletti.

E poi tutta una serie di dichiarazioni in cui il ‘Di nuovo vecchio che avanza‘ confermava di non volersi candidare per varie e ovvie ragioni:

7 Marzo 2013 –  Alla vigilia conclusione del mio mandato voglio sottolineare come la conclusione corrisponda pienamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica. il già lungo settennato al Quirinale corrisponde bene alla continuità delle nostre Istituzioni ed anche alla legge del succedersi delle generazioni.

1 Marzo 2013 – L’ho già detto tante volte. Non credo che sarebbe onesto dire ‘State tranquilli io posso fare il capo dello Stato fino a 95 anni’. Saia perchè sono convinto che i padri costituenti concepirono il ruolo del presidente della Repubblica sulla misura dei sette anni, infatti non è un caso che nessun presidente della Repubblica abbia fatto un secondo mandato, e sia perchè ci sono fattori di età e limitazioni dal punto di vista funzionale crescenti.

2 Marzo 2013 – Dopo sette anni sto finendo il mio mandato in modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente.

24 Marzo 2013 – A 88 anni gli straordinari non sono ammessi. Sto per concludere il mio mandato questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico che compio e sono felice che sia questo a Sant’Anna di Stazzemma.

14 Aprile 2013La mia rielezione sarebbe una non soluzione perché ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, sarebbe ai limiti del ridicolo. Tutto quello che avevo da dare ho dato. Niente soluzioni pasticciate e all’italiana.

E invece cosa fa il nostro beneamato presidente della Repubblica? Si ricandida e vince… e con un’orazione alle tv ringrazia la stampa per quanto sia stata obiettiva nel raccontare la scelta di Montecitorio. Magari il capo dello Stato dovrebbe però correggere e non parlare di stampa, ma solo ed esclusivamente di media che hanno adombrato ogni reale informazione, che in queste ore, Grillo, sta cercando di scacciare facendo luce su quanto omesso dalle reti televisive.

Ed è proprio Marco Travaglio che su ‘Il Fatto‘ denuncia la verità di questa elezione, con un pezzo intitolato ‘Funeral Party’.
Paragona l’elezione del vecchio che avanza ad un film horror che nemmeno i maestri di questo genere, come Stephen King e Dario Argento, sarebbero riusciti a partorire.
Ci parla così della scelta ricaduta su Giorgio Napolitano come Presidente della nostra Repubblica, promosso dai becchini di destra e sinistra perché potenzialmente ricattabile: «le telefonate con Manicono, anche quando verranno distrutte – prosegue Travaglio – saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino, che da sempre lavora per l’inciucio, prima con Craxi e poi con B. E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori ‘mai al governo con B.’ va al governo con B. ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni. Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tatnti saluti ai ‘rottamatori’ più decrepiti di chi volevano rottamare)».

E poi le parole del Rottamatore per antonomasia… che quasi sembra aver detto ‘me ne sbatto di quello che scrivono su facebook‘. Come se le verità denunciate dalla rete non siano nulla rispetto a quelle trasmesse attraverso la televisione. Purtroppo, in parte, ha ragione. Fin quando il popolino continuerà a guardare Tg e tv, corrotte dal potere, senza consultare giornali e stampa libera, difficilmente riusciranno ad aprire gli occhi. Per Renzi: «Rientrare in sintonia con gli italiani non vuole dire stare a inseguire tutte le volte cosa dice un social network» colpito da chi «immagina di dover cambiare opinione perché Twitter dice una cosa o Facebook ne dice un’altra». Prosegue: «Uno non deve aver paura di confrontare le proprie idee sulla Rete. Però deve averle, queste idee, e devono essere idee vincenti. Oggi il Pd ha questa chance, ma questa chance ha un senso se serve all’Italia».

Beh caro rottamatore… la rete è rimasto l’unico canale che non può emarginare nessuno italiano, nessuno che possegga un computer e una banale connessione internet. Ed è questo che fa più paura… che la verità possa essere a portata di mano, per tutti! L’unica pecca è che la Tv non riporta ‘notizie verità‘ partorite in rete. Si preoccupa solo di trasmeettere stralci di vita mondana dei soliti noti che influenzano gli indici di ascolto! Se le scelte dei media sono queste allora dovremo chiederci il perché. O le reti televisive sono tutte corrotte o l’italiano non ha la facoltà di distinguere chi ha sfasciato questo Paese da chi lo vuole salvare con tutte le sue forze.

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