Mario Monti ‘non mi candido’, ma ‘se richiesto sono pronto’

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MARIO MONTIMARIO MONTI – Lunghissima conferenza stampa di fine anno per il premier Mario Monti. In prima fila seduti una vasta schiera di ministri del suo esecutivo: Riccardi, Fornero, Profumo, Passera, Severino, Patroni Griffi, Balduzzi, Catricalà. 

Dopo settimane intense, dove il futuro del professore è stato al centro del dibattito politico,  Mario Monti ha esordito con parole piene zeppe di orgoglio “Mi ero presentato qui un anno fa e vi avevo rappresentato il quadro periglioso in cui si trovava il Paese. In un anno quell’emergenza è stata superata e gli italiani possono andare in Europa a testa alta”.

Mario Monti ha ringraziato “per i tanti consigli” il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i presidenti delle due Camere e i segretari dei partiti politici, in particolare Alfano, Bersani e Casini.

Dunque è partito con l’attaccare il PdL, rammentando il discorso di Alfano in Parlamento, che ha denotato la volontà di sfiduciare il governo, per cui  “Non potevo non prenderne atto“. Dimissioni divenute dunque inevitabili, prima di un nuovo impeto d’orgoglio “Non avevamo chiesto noi di governare”. Invettive contro Alfano che sono continuate “E’ stato grave dire che siamo stati cedevoli con il Pd. Questo governo è sempre stato imparziale”.

Dunque l’obiettivo si è poi spostato su Berlusconi: “Provo gratitudine e sbigottimento verso di lui. Ci conosciamo dal 1994 quando mi indicò in Europa. Ma talora faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero”, ecco perché “non potevo accettare l’offerta peraltro generosa di prendere la leadership dei moderati”. Mario Monti poi con un velenoso “Sono stato invitato al Ppe solo grazie a Martens”, di fatto smentisce la ricostruzione del Cavaliere, che si era auto-indicato come il regista dell’operazione.

Sui rapporti con i partner europei: “Per anni, purtroppo, abbiamo avuto un governo in seria, seria difficoltà a fare sentire la sua voce, e allora capisco che ci sia disappunto perchè adesso le cose vanno diversamente”, afferma un risoluto Monti che giunge a citare De Gasperi “Era così precaria la situazione dell’Italia nel novembre 2011, eravamo circondati da una così profonda diffidenza, che nei primi incontri mi è venuto in mente quando De Gasperi disse ‘prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, e ‘ contro di me'”. ‘Traducendo’ le parole di Mario Monti, appare evidente l’affondo nei confronti del Cavaliere, responsabile di aver fatto crollare la rispettabilità italiana in ambito europeo ai livelli del dopoguerra.

Finiti ringraziamenti e attacchi, il capo del governo tecnico espone la sua agenda economica,attraverso la presentazione del documento denominato ‘Cambiare l’Italia e cambiare l’Europa’. Si tratta di una piattaforma su cui, Monti,  si augura possa esserci un’ampia convergenza delle forze politiche.  Il primo punto del programma è chiaro “non distruggere cio’ che con grandi sacrifici si è fatto”. Quindi nuovo attacco a Silvio Berlusconi, e alla sua campagna elettorale partita subito con la promessa di abolizione dell‘Imu “Se si toglie l’Imu, un anno dopo bisognerà riproporla due volte più dura”.

Ma gli affondi verso il Cavaliere non sono finiti: “Immagino che presto altre conferenze stampa saranno inondate da grafici con una visione gelidamente simultanea di fenomeni economici che daranno la percezione dei fallimenti, peraltro dichiarati, del governo rispetto a 12 mesi fa e vi sarà anche detto che se oggi lo spread è metà del 9 novembre ciò è dovuto per niente alla politica economica italiana ma alle scelte della Bce”.

Non mancano gli attacchi a sinistra. Monti parte dalla Cgil: “La riforma del lavoro è stata frenata da una componente sindacale, che trova difficile evolvere”, per passare poi a Vendola, il leader di Sel, ma anche il principale alleato di BersaniIl presidente Vendola,  che è sempre una persona che si ascolta con interesse, ha detto di me che sono un liberale conservatore. Liberale sì, conservatore sotto molto profili è Vendola. Nell’agenda Monti c’è molto pink e molto green”. Infine un messaggio diretto al segretario del Pd, Bersani “Vendola ha chiesto a Bersani di prendere le distanze dall’agenda Monti. Come è diritto di Vendola chiedere, è diritto di Bersani riflettere se aderire”.

Mario Monti nel concludere l’esposizione della sua agenda, parla della giustizia, un altro tema che gli consente di attaccare il Pdl. Il Primo Ministro dopo essersi lamentato delle pressioni che hanno indebolito il testo della legge sulla corruzione “Penso sia meglio fare leggi ad nationem che leggi ad personam“, elenca le riforme utili al Paese “Quello che sarebbe necessario all’Italia in tema di regole è un rafforzamento della disciplina del falso in bilancio, un ampliamento della disciplina del voto di scambio, e poi rivedere le norme sulla “prescrizione”, nonché “una più robusta disciplina del conflitto di interessi”.

Dopo un’ora di monologo, Monti giunge al tema ‘cruciale’ di queste ultime ore “Non mi schiero con nessuno ma la mia agenda è chiara ed è aperta a tutti per coalizioni ampie. Alle forze che manifesteranno adesione convinta e credibile all’agenda Monti, sono pronto a dare il mio incoraggiamento e, se richiesto, anche la guida, e sono pronto ad assumere un giorno, se le circostanze lo volessero, responsabilità che mi venissero affidate dal Parlamento”. E ancora “Se una o più forze politiche, con credibile adesione alla mia agenda, manifestasse il proposito di candidarmi a Presidente del Consiglio, valuterei la cosa. A nessuno si può impedire di fare questo. Verificate tante condizioni, sì”. 

In un secondo momento, intervento alla trasmissione di Lucia Annunziata, ‘In mezz’ora’, Mario Monti spiega: “Non parteciperò alle elezioni essendo senatore a vita però, se vogliamo andare avanti sulla strada delle riforme, ci vuole un mandato elettorale e politico”. Un sì quindi al nome sulla lista, ma solo a determinate condizioni: “Potrebbe accadere che alcune forze politiche mi indichino come candidato premier; se questo avverrà, vedrò se ci sono sufficienti forze e garanzie di credibilità nell’impegno perchè io aderisca a queste cosa”. 

Dinnanzi alla giornalista Rai, Mario Monti è tornato a parlare del PdL “non è vero che la mia agenda è ostile alle sue posizioni, infatti c’è anche un importante parte relativa al mercato del lavoro”. Sul Pd, nuova precisazione del professore “deve fare chiarezza al suo interno, soprattutto sui temi economici e sul mercato del lavoro”.

Reazioni diverse alle parole di Mario Monti, arrivano dal mondo politico nostrano. Berlusconi protagonista di un’infuocata intervista a Domenica In, con il giornalista Rai Giletti, si dice dispiaciuto che a Montisfugga la linearità dei miei comportamenti e delle mie dichiarazioni”. Precedentemente Alfano, segretario del PdL aveva detto che l’atteggiamento di Monti tenuto durante la conferenza stampa “preclude ogni ipotesi di collaborazione con il PdL”.

Accoglie favorevolmente l’agenda Monti, il Presidente della Camera, e leader di Fli, Gianfranco Fini “l’agenda liberala e riformatrice di Monti va convintamente sostenuta senza riserve mentali, personalismi e interessi di parte, perché rappresenta l’unica alternativa possibile”.

Lelio Alfonso, portavoce di Italia Futura si spinge oltre e con entusiasmo parla di “un discorso di un grande leader politico e di uno statista internazionale. Contenuti, visione e intendimenti sono così forti da non necessitare ulteriore enfasi e corrispondono, arricchendole, alle linee e alle proposte sviluppate da Italia Futura in questi anni”.

Parole positive arrivano da Bersani, candidato del centrosinistra alle prossime politiche del 2013 “ascolteremo con grande rispetto la proposta di Monti sia laddove coincideranno con le nostre, sia laddove se ne allontaneranno“, ma “quanto alle prospettive politiche, già da domani la parola passerà agli italiani”.

Giudizio negativo arriva invece dalla Lega, il cui segretario Maroni attraverso twitter ironizza “famiglie in crisi, crescita sottozero, ed economia sempre peggio, ma utile delle banche in netta crescita. Grazie Monti”. Altre parole contrarie a Monti, arrivano da Di Pietro, che dell’agenda Monti dice “è la riproposizione delle politiche deleterie portate avanti fino ad oggi dall’esecutivo”. L’ex magistrato accusa Mario Monti di non “aver presentato riforme strutturali per la crescita economica  e per l’equità sociale, né sostanziali nel campo della giustizia”. 

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