È un Monti particolarmente ispirato quello che interviene al summit organizzato dal Financial Times, a Milano. Il premier parla di lotta all’evasione, dei costi della politica, dei conti pubblici, ripercorre alcune delle principali tappe del suo esecutivo, e conferma con un secco ‘no’, la volontà di non ricandidarsi.
“Le misure e gli interventi contro l’evasione fiscale e la corruzione fanno pensare a una guerra, e in realta lo è. Non possiamo avere una società civile senza un abbattimento dell’evasione fiscale. Lo stesso vale per la lotta alla corruzione”, così Monti su evasione fiscale e corruzione, che poi elogia il suo esecutivo per le misure adottate utili a “combattere l’evasione fiscale, come il redditometro, il tetto ai pagamenti in contanti”. Un elogio che Monti estende al Ministro della Giustizia, Cancellieri per la “determinazione e l’abilità, grazie alle quali abbiamo introdotto misure che per la prima volta combatteranno la corruzione secondo standard giudicati soddisfacenti da vari enti europei”.
Monti non esclude la possibilità di quella che definisce: “una tassa generalizzata sui patrimoni”, specificando che “mancando gli strumenti non vorremmo favorire l’allontanamento dei capitali”, e che “non verrà introdotta nottetempo, ci sono passi che stiamo facendo”. Monti ha ricordato come : “il governo ha valutato non molto tempo fa la possibilità di introdurre una patrimoniale”, incontrando però l’ostilità di “alcune componenti della nostra maggioranza multicolore” a cui “quella parola non piace proprio”.
A proposito di queste parole arriva attraverso una nota diramata nelle ultimissime ore, la smentita da Palazzo Chigi: “Mario Monti non ha affatto annunciato un intervento di tassazione sui patrimoni. Dopo aver precisato di non essere pregiudizialmente contrario ad una modesta tassazione generalizzata del patrimonio, il presidente ha ricordato il contesto in cui il governo ha operato e i vincoli alle scelte in materia di imposizione fiscale, in particolare la mancanza di una base conoscitiva sufficientemente dettagliata e la necessità di evitare massicce fughe di capitali all’estero. Non essendo perciò realizzabile una tassazione generalizzata del patrimonio, il Governo nel dicembre 2011 è intervenuto, con l’approvazione di tutti i partiti della maggioranza, su varie componenti della ricchezza patrimoniale separatamente, con un risultato effettivo in qualche modo paragonabile. Tutto ciò Monti ha chiarito come spiegazione delle decisioni allora adottate, non come premessa di futuri interventi”, si legge nella suddetta nota.
Monti ha elencato quindi alcune azioni del suo governo utili a ridurre: “i costi della politica e della P.A.”. A riguardo il premier ha ricordato la riduzione del numero delle Province: “Tra le città che non sono più capoluogo c’è anche Varese, il mio luogo d’origine”, riconoscendo pur tuttavia che “per i cittadini niente è abbastanza. Hanno ragione, anche se dobbiamo essere molto duri non dobbiamo diventare populisti”.
Monti parla poi della crescita che: “può tornare non appena sarà risolta la crisi della zona euro. L’Italia non ha grandi squilibri a parte il rapporto fra debito e Pil, ma il debito italiano comincerà a scendere nel 2014″, anche mediante un programma di privatizzazione e di vendite di immobili. Comunque, il debito “è cresciuto meno rispetto alla media europea durante la crisi”. Monti ricorda come solo un anno fa, l’Italia fosse in condizioni economiche prossime al default: “se un anno fa l’Italia fosse affondata avrebbe trascinato con sè anche l’euro”.
Monti ha parole di stima per i nostri sistemi pubblici, che definisce “tra i migliori d’Europa”. La riforma delle pensioni, una delle misure utili a tagliare la spesa pubblica, “è tra i sistemi più sostenibili”, e “porta risparmi altissimi” all’Italia, per 7,6 miliardi di euro nel 2014, “che diventeranno 22 miliardi nel 2020″.
Sulla strada da fare, Monti è chiaro: “siamo solo all’inizio del lavoro ma spero che possiamo dire un anno dopo avere iniziato che ora l’Italia ha fatto molto per creare meccanismi di stabilizzazione a livello europeo, di cui non ha ancora chiesto di poter usurfruire. Nella strada che stiamo facendo potrebbero esserci delle sorprese”.
Su una sua possibile ricandidatura, il premier rispondendo ad una domanda dei giornalisti presenti al summit, nega ogni possibilità, con un secco “no”.