“Eutanasia” significa letteralmente “buona morte”. In alcuni paesi europei dove non è reato praticarla, una persona che vive una vita perennemente compromessa da una malattia può decidere di morire per porre fine al proprio strazio. E la Svizzera è uno di quei paesi dove viene applicato il suicidio assistito. Dominique Velati, infatti, si è recata a Berna per porre fine alla sua esistenza. A comunicarlo è un radicale, Marco Cappoto che si autodenuncia per aver aiutato la donna.
I Radicali, appunto, hanno ammesso di aiutare economicamente chi decide di ricorrere all’eutanasia assistita. Attraverso la fondazione dell’associazione “Sos eutanasia” viene fornito il supporto necessario per il viaggio in Svizzera attraverso le operazioni tramite un apposito conto corrente. Quello messo in atto dai radicali si tratta di un atto di disobbedienza civile in contrapposizione con il nostro codice penale che prevede la reclusione per chi agevola l’esecuzione di un suicidio, in qualsiasi modo, anche se consapevole attraverso la pratica dell’eutanasia.
A comunicare la morte di Dominique Velati è stato Marco Cappato, durante una conferenza stampa nella sede del Partito Radicale. Ha spiegato come Velati sia stata la prima donna italiana ad essere accompagnata verso l’ottenimento dell’iter dell’eutanasia in Svizzera. L’esponente radicale ha inoltre dichiarato che “Sono circa 90 le richieste ricevute nelle ultime settimane da parte di cittadini malati terminali che chiedono un aiuto per ottenere l’eutanasia in Svizzera”.
Intanto l’associazione che si occupa di questa pratica ha già spedito agli enti di competenza i documenti della loro iniziativa oltre ad autodenunciarsi per aver fornigo a Dominique Velati tutto l’aiuto necessario per porre fine alla sua vita.
Tuttavia Dominique Velati già in diverse occasioni aveva espresso il suo desiderio di ricorrere all’eutanasia, rilasciando una serie di interviste sia a Il Fatto Quotidiano che a Servizio Pubblico:
Pensare di prolungare la vita, con la certezza di non guarire, sapendo che comunque la malattia va avanti lo stesso… Stare sempre peggio per arrivare al punto che la chemio non fa più effetto, o che io non la sopporto più… no. Ho paura della sofferenza, del dolore. Sono contraria al dolore inutile. Per me questo era un dolore inutile. Così ho deciso per l’ eutanasia
La donna scelse anche come morire, assumendo un antiemetico per evitare di vomitare, aggiungendo dopo mezz’ora 15 millilitri di pentobarbital (un acido barbiturico), per l’overdose totale, grazie al quale il suo cuore avrebbe smesso lentamente di battere.