David Bowie, secondo alcuni, avrebbe scelto una “morte assistita”

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Quando muore un personaggio famoso della porta di David Bowie, come successo già in passato ad esempio con Michael Jackson, tra l’opinione pubblica c’è sempre qualcuno che cerca di trovare il particolare, il dettaglio che indichi che qualcosa non è stato detto riguardo la dipartita del famoso di turno. Ovviamente anche per il cantante inglese vale lo stesso discorso. Alcune persone sospettano che sia stato lo stesso Bowie a decidere come e quando uscire di scena, chiedendo a qualcuno di “aiutarlo” prima che ci avesse pensato il cancro terminale al fegato che lo affliggeva.

David Bowie, secondo alcuni, avrebbe scelto una morte assistita

A insinuare i dubbi sono soprattutto le parole di Ivo Van Hove, il regista di Lazarus, il musical scritto da Bowie in scena al New York Theatre: in un’intervista l’uomo non esclude che l’artista sia stato aiutato per l’ultimo passo. Ma non ci sono solo le sue parole ad insinuare il dubbio. A oggi, ad esempio, ancora non si conosce il luogo preciso dove sia morto Bowie: New York, come sostengono quasi tutti i media, o l’Inghilterra come sostenuto invece dal New York Post. Per motivi di privacy nessun ospedale della Grande Mela, specializzato in oncologia, si è sbilanciato a dire se nell’ultimo annoil Duca Bianco fosse stato tra i pazienti. Silenzio anche da parte dell’ufficio del medico legale che dovrebbe aver certificato il decesso. Nemmeno il luogo del funerale è stato reso noto: la famiglia, dopo l’annuncio della scomparsa fatto dal figlio su Twitter, si è chiusa in un profondo silenzio.

La notizia della sua morte è arrivata a tre giorni dall’uscita del suo ultimo album, Blackstar, ora in vetta alle classifiche. Un disco che ha il sapore di un addio in grande stile e la coincidenza porta alcuni al sospetto. Tipo il testo e il video del primo singolo estratto dall’album. Ecco alcuni stralci tradotti del testo”Lazarus“:
Guarda quassù, sono in paradiso/ho ferite che non si possono vedere”. E ancora, “Guarda quassù, amico, sono in pericolo / non ho più niente da perdere”.

Morte assistita per David Bowie?

Quindi sono in molti a pensare che Bowie abbia preferito ricorrere ad una morte assistita, piuttosto che aspettare che ci pensasse il cancro che aveva al fegato.
Da un artista del suo calibro potremmo anche aspettarcelo: perché aspettare la morte se si può far calare il sipario in grande stile?
Il Duca Bianco potrebbe aver preso ad esempio proprio un grande regista italiano: Mario Monicelli, ormai minato da un cancro alla prostata in fase terminale, la sera del 29 novembre 2010 verso le ore 21, a 95 anni, decise di togliersi la vita gettandosi nel vuoto dalla finestra della stanza che occupava nel reparto di urologia, al quinto piano dell’Ospedale San Giovanni a Roma, dove era ricoverato.

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