Il messaggio lanciato alla sua prima uscita pubblica dal viceministro del Lavoro, Michel Martone, ha creato forti dissensi nel mondo politico e studentesco. «Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perché vuol dire che almeno hai fatto qualcosa»: queste sono le parole del viceministro Martone durante un incontro sull’apprendistato.
Immediata, come previsto, la reazione dal mondo politico. Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, ha dichiarato in merito: «Ci sentiamo in diritto e anzi in dovere, di far presente al ministro Martone che i messaggi culturali positivi, su cui, per altro, siamo pienamente d’accordo, sono ben lontani dall’assegnazione del bollo di sfigato a chi non si laurea entro i 28 anni. È fuori luogo che un ministro della Repubblica si erga a giudice di chi tarda a conseguire la laurea, perché magari ha un posto di lavoro da conservare gelosamente, vista la situazione nera nel nostro Paese».
Sulla prima dichiarazione pubblica interviene anche il ministro Fornero che cerca di ironizzare sull’accaduto: «Siccome vengo già accusata di fare mobbing nei confronti del viceministro Martone, con il quale ho un buon rapporto di collaborazione, se anche lo sgridassi per il linguaggio che usa, di cui non sono a conoscenza, chissà come verrei considerata». Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari italiani, ha invece affermato: «Invitiamo il viceministro Martone ad informarsi sulla situazione del sistema università nel nostro Paese, prima rilasciare simili dichiarazioni. Se conoscesse la realtà studentesca, non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni».
Poi, però Martone, accortosi delle forti reazioni ha tentato una parziale retromarcia: «Non ho avuto la sobrietà necessaria, ma il problema dell’età media dei laureati in Italia esiste.» Questa dichiarazione ricorda un altro “scivolone” dell’allora Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa che, nel 2007, definì “bamboccioni” i trentenni che gravano ancora sulle spalle dei genitori: “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa” dichiarò l’ex Ministro. Dopo quasi cinque anni, oggi tocca a Martone meritarsi i dissensi per le sue dichiarazioni.